Coppa su piede

Al più tardi dalla seconda metà del Quattrocento e fino alla fine del Seicento circa Venezia fu il centro di maggior prestigio in Europa e oltre i confini per la produzione di calici, realizzati in numerosi laboratori dell’isola di Murano. La clientela era composta da rappresentanti dell’alta borghesia e della nobiltà, ma anche dai massimi dignitari della chiesa e della politica.

Come descritto al calice su piede, i prodotti particolarmente richiesti per natura venivano imitati o copiati dalle vetrerie concorrenti o adeguati al gusto della clientela regionale. Di solito questi calici vengono denominati à la façon de Venise. Distinguere tra questi ultimi e i prodotti veneziani era comunque difficile se non addirittura impossibile già per i maestri e i commercianti vetrai dell’epoca, anche perché sovente i vetrai veneziani emigravano, nonostante fosse vietato.

Le coppe su piede sono i recipienti di vetro veneziani della prima metà del Cinquecento più tramandati. Realizzate perlopiù in vetro incolore, presentano una coppa con 12 costolature, mentre il piede può averne anche un numero diverso, in questo caso 19. Sovente la base del piede, l’orlo della bocca e la parte direttamente sotto sono avvolti da una decorazione di filo vitreo blu. Direttamente sotto l’orlo della bocca molti esemplari presentano una fascetta orizzontale in foglia oro, che tuttavia sovente, come anche in questo caso, è consumata e praticamente non più visibile.

Questa coppa su piede è l’unico esemplare finora noto ad avere, oltre al filo blu all’orlo della bocca, anche dei fili verdi all’orlo del piede e della bocca. L’esemplare è entrato nella collezione del Vitromusée Romont grazie a un caso fortunato. Frieder Ryser, cui si deve la ricca collezione di dipinti dietro vetro del Vitromusée Romont, occasionalmente oltre ai dipinti acquistava anche calici come questa coppa su piede. Non è tramandato se fosse consapevole di avere acquistato un esemplare unico, dato che ai suoi tempi non venne mai stato pubblicato.